La Fondazione Pasquale Battista, da sempre sensibile alle tematiche culturali e alla promozione dell’arte nelle sue diverse forme, mette a disposizione la sua preziosa collezione fotografica e, con il supporto del Gruppo Augusta Ratio, la partnership istituzionale della Regione Lombardia, del Comune di Milano, dell’Institut Français e in collaborazione con il Museo Bagatti Valsecchi presenta la mostra antologica dedicata al celebre fotografo italiano Vasco Ascolini.
La rassegna vuole rendere omaggio al maestro emiliano, fra i talenti più originali della fotografia del nostro paese, ripercorrendone la storia attraverso una summa e una selezione cronologica dei lavori più significativi, e fissando le tappe evolutive del suo linguaggio.
Vasco Ascolini è uno dei fotografi più importanti del secondo ‘900 italiano, la cui carriera, tuttavia, si è precipuamente svolta in un ambito internazionale. Dalla mostra al Lincoln Center di New York nel 1985, alle collaborazioni con il Musée Réattu di Arles, al Cavalierato delle Arti e delle Lettere della Repubblica di Francia nel 2000, il suo percorso ha forse mostrato maggior continuità all’estero che in patria, pur con eventi estremamente significativi quali le mostre ad Aosta e Ferrara curate da Ernst Gombrich e Aaron Scharf (1989) e la grande retrospettiva a Reggio Emilia del 2008.
L’evento che qui si propone, coerente con il ruolo di polo attrattivo per la fotografia che la città di Milano sempre più chiaramente va rivestendo, vuole offrire una visione quanto più completa dell’opera di questo grande artista, il quale, concentrandosi sull’artificio del teatro, della scultura e persino degli spazi architettonici, restituisce attraverso i suoi scatti un’umanità e un pathos rari da riscontrare, non soltanto in fotografia.
Il progetto conta su un numero di circa 80 fotografie tutte in edizione vintage su carta baritata ai sali d’argento, personalmente stampate da Vasco Ascolini e direttamente provenienti dal suo archivio, in rappresentanza dei temi principali da lui affrontati nel corso della carriera.
Saranno inoltre in esposizione rarissimi scatti del periodo iniziale (1965/70), sperimentazioni ed esemplari tratti da lavori su siti archeologici o istituzioni pubbliche – quali ad esempio quelli sull’Ecole Nationale des Beaux-Arts di Parigi. Alle fotografie verranno affiancate opere di Canova, Thorvaldsen e De Chirico per attivare e potenziare dialoghi artistici fuori dal tempo.