INAUDITA o di quello che non si può tacere II edizione

2 – 10 novembre

Rassegna di Teatro al femminile II edizione

TRIGGIANO CASA DELLA CULTURA “ROCCO DICILLO”

“Mi reggo in piedi sui sacrifici di milioni di donne prima di me, pensando cosa posso fare per rendere più alta questa montagna in modo che le donne dopo di me vedano più lontano.”
Rupi Kaur

In scena le donne.
Donne che raccontano storie di donne alla ricerca di giustizia, di emancipazione, di riscatto per i diritti negati, per la violenza, le discriminazioni e gli abusi subiti, alla ricerca di un’identità troppo spesso soffocata, annullata dai luoghi comuni e dai diktat che la società ci impone.
Donne che danno voce a chi per troppo tempo ha dovuto tacere.

Quattro storie che meritano di essere ascoltate e che restituiscono dignità e giusto valore alle mille sfaccettature dell’universo femminile.

Perché raccontare storie ci rende essere umani migliori.

Rassegna finanziata e sostenuta dalla Fondazione Pasquale Battista di Triggiano con il patrocinio del Comune di Triggiano

 

SPETTACOLI IN RASSEGNA

Sabato 2 novembre ore 20.15

LA IANARA
di Licia Giaquinto
diretto e interpretato da Elisabetta Aloia

Adelina, la protagonista, è una donna che nega per l’intera esistenza la sua natura di strega e per buona parte anche quella di donna: “diventare donna significa sangue”. È figlia di ianare, il suo destino è segnato. Adelina vorrebbe vivere la sua infanzia come le altre bambine, invece di essere scacciata per strada come un’appestata. Non è come le altre, lei deve “imparare cose molto più importanti”, ereditare il sapere delle erbe, delle viscere, delle voci nascoste… delle cose che non ci sono più.

Un giorno decide di fuggire via da tutto. Lascia così la sua vecchia vita per iniziarne una nuova presso il Palazzo di un Conte. Qui può essere libera, vivere senza il marchio di dannata. Ma l’illusione dura poco. È costretta a confrontarsi senza volerlo con il suo essere donna, con il suo sentire nuove passioni e sensazioni: rabbia, dolore, amore, possesso spingono Adelina a ricercare in sé la sua vera natura. Ed ecco il ritorno all’essenza.

Una donna anima la scena. Sospesa nel passaggio tra la vita e la morte, tra ciò che era e ciò che sarà. Si muove “come un cane randagio” in uno spazio circoscritto, in cui mescola il racconto a rituali e scongiuri salmodiati. Parla una lingua non definita, una sorta di dialetto creato da una mescolanza di dialetti del meridione. “La Ianara” è un salto nel passato, l’istante di un ricordo lontano, che si realizza attraverso la parola, il gesto. È una sorta di respiro sospeso tra il passato e il futuro che tocca corde dell’intimità dell’essere umano di sconcertante attualità e verità. Un lavoro che mira al recupero della tradizione orale, della narrazione di storie di altri tempi in cui superstizione e credenze popolari prendono voce e corpo, in cui i personaggi si annodano in formula ancestrale e perfetta di continuità sociale.

 

Domenica 3 novembre ore 18:30
BOCCHE DI DAMA
di e con Angela De Gaetano

Margherita, alla vigilia del suo matrimonio, sola nella sua stanza, non riesce a prendere
sonno.
Mentre aspetta l’alba, i suoi pensieri scivolano in una storia tormentata d’altri tempi: due adolescenti, per lunghissimo tempo, coltivarono il loro amore solo attraverso sguardi da lontano… fino al giorno in cui decisero di scappare, insieme, via da tutto.
Margherita ripercorre una storia di ribellione e di violenza, in cui si intrecciano ambizioni, invidie tra famiglie, teneri legami, preparativi, pranzi della domenica. A far da scena una città intera, un contesto popolare che ormai non c’è più, espressione di una affascinante pluralità di voci, masticate – inghiottite o sputate – da un mondo feroce, capace di proteggere o di sopprimere.

Su tutto aleggia la mitica figura di un’anziana donna, che custodisce un nastrino colorato e un segreto.

L’opera è dedicata a chi, per difendere il rispetto di sé e l’amore, opera scelte forti e piccoli gesti nel quotidiano.


Sabato 9 novembre ore 20.15
LA CITTADINA VATICANA EMANUELA ORLANDI
Collettivo Teatro Prisma
Scritto e diretto da Giovanni Gentile con la collaborazione di Pietro Orlandi

Con Barbara Grilli
Scenografie: Alessandro Iacobelli

Disegno luci: Giovanni Gentile

Il caso Orlandi è il più grande caso di depistaggio nella storia d’Italia.

Emanuela, che è cittadina vaticana in quanto abita nelle mura dello Stato papale e il padre è un impiegato della Santa Sede, viene rapita il 22 giugno del 1983 mentre Papa Giovanni Paolo II è in Polonia per quello che verrà ricordato come il viaggio che frantumò l’Unione Sovietica.

Perché la mattina del 23 giugno il Segretario di Stato Vaticano sente il bisogno di “disturbare” Woytila in Polonia per avvisarlo della scomparsa di una ragazzina che può benissimo essere rimasta a dormire fuori con un ragazzo?

Perché è lo stesso Woytila il primo a parlare, durante l’Angelus del 3 Luglio, di rapimento e non di semplice scomparsa?

Perché si crea ad arte la “pista internazionale” depistando fino al 1997 tutta l’indagine?

Perché la polizia e i servizi segreti non indagano sulle testimonianze degli amici di Emanuela interrogati i primi giorni dalla scomparsa?

Perché il Vaticano prima ammette che esiste un “dossier Orlandi” poi smentisce categoricamente di possedere carte relative alle indagini?

E poi le tre archiviazioni, la Banda della Magliana, i servizi segreti, la basilica di Sant’Apollinare, la pedofilia, lo IOR.

Perché, perché, perché…

Ma alla fine l’unica domanda che conta rimane una sola: dov’è Emanuela?


Domenica 10 novembre ore 18:30
GRISELDA, dall’ultima novella del Decameron
di e con Antonella Ruggiero

produzione: Charlie Calamaro Avan Project 
costumi: Maria Pascale  
scenografia: Luigi Tagliente
luci: Michelangelo Volpe

Perché si raccontano le storie? E perché si smette di raccontarle?

Questa è la storia del marchese Gualtieri e della sua “matta bestialità”, del suo amore per una donna che continuamente mette alla prova con “punture d’amore”. Questa è la storia di una donna che sopporta con pazienza, che dice sempre di sì. È la storia di molte donne, che si fanno crescere i capelli per nascondere i propri sentimenti, che per amore sono disposte a fare qualunque cosa e solo dimenticano di amare un po’ anche se stesse.

La centesima novella del Decameron di Boccaccio è stata per secoli nota e molto popolare, usata per l’educazione delle giovani donne, per insegnare alle future spose la pazienza e la fedeltà coniugale. La rivoluzione femminile del ‘900 ha oscurato la figura di Griselda, “una donna spezzata” per dirla alla De Beauvoir. Una giovane attrice la riporta in scena, un linguaggio contemporaneo per raccontare una storia antica e il suo lungo viaggio per l’Europa incontrando la penna di molti scrittori.

Il Petrarca l’ha tradotta in latino con il titolo De insigni obedientia et fide uxoria, Chauser l’ha inserita nei Canterbury Tales, Perrault ne ha fatto una fiaba per bambini, Vivaldi l’ha musicata trasformandola in un’opera lirica con i testi di Carlo Goldoni. La storia di Griselda è stata tradotta in più di 20 lingue per poi essere dimenticata e oggi chiede di nuovo di essere raccontata. Un ‘occasione per incontrare un classico della letteratura in una forma moderna e godibile.

“Griselda” è un percorso di formazione ed educazione sentimentale di una giovane donna alle punture della vita e dell’amore.

 

Direzione artistica Elisabetta Aloia 
Coordinamento Annalisa Zito 
Responsabile tecnico Gianni Colapinto 
Segreteria organizzativa Cinzia Campobasso 
Progetto Grafico Beatrice Cesarano